Carissima, sono passati ormai dieci giorni da quando ha pubblicato questo post ed io mi scuso perché non ho potuto rispondere prima. Almeno dalle foto che ha postato sembra che lei abbia già un buon cono mammario e che il complesso
areola capezzolo sia posizionato correttamente al di sopra del
solco sottomammario, pertanto non c'è ptosi ghiandolare e l'intervento indicato è una integrazione protesica. Per stabilire forma e dimensioni delle
protesi un chirurgo deve necessariamente acquisire un insieme di misurazioni quali la distanza giugulo
capezzolo, la distanza tra i due capezzoli, la distanza dal
capezzolo al
solco sottomammario, la misura dello spazio tra le due mammelle, la misura del cono mammario esistente e di quello desiderato, il grado di elasticità cutanea. Tutte queste misurazioni sono utili per permettere di scegliere con certezza le dimensioni delle
protesi che possano restituire alla paziente un risultato armonico, elegante e proporzionato. E' un pò come confezionare un abito "su misura" per la paziente. Questo perché ogni donna è unica, ogni mammella è unica e noi chirurghi dobbiamo restituire un risultato "su misura" per la paziente e per i suoi desideri. Per quanto riguarda la forma delle
protesi, nel suo caso credo possa essere indicato un impianto anatomico con una discreta proiezione che possa garantire una ottimale coniugazione delle mammelle. Per quanto riguarda la loggia di impianto io le consiglio certamente il "dual-plane" perché negli anni restituisce un risultato più naturale e più stabile. Un'ultima cosa che deve assolutamente sapere è che tutte le
protesi mammarie, negli anni, vanno incontro ad usura e dovrebbero essere sostituite in ogni caso tra i 10 ed i 15 anni. Trascorsi dieci anni dall'intervento è indicata una risonanza magnetica per valutare lo stato delle
protesi.
Spero di esserLe stato di aiuto.
Un caro saluto
Carlo Magliocca
Specialista in chirurgia plastica ed estetica dal 1985
Presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica