Gentile Roxette,
Vi è in questi giorni molto clamore riguardo le
protesi testurizzate Allergan/Natrelle e in toni, a opinione di molti esperti e studiosi, esageratamente allarmistici su una questione delicata e tuttora da chiarire dal punto di vista scientifico e per il bene delle nostre pazienti. A questo tipo di impianti si associerebbe lo sviluppo dell’ALCL (Anaplastic large cell lymphoma).
Le
protesi allergan testurizzate sono state le
protesi di nuova generazione più diffuse nel mondo, soprattutto nord-americano ed europeo, dagli anni novanta ad oggi. In estetica che in ricostruzione nelle donne già ammalate di tumore. Pertanto, è chiaro che se sono state le più utilizzate numericamente e le più studiate dal punto di vista clinico e scientifico, sarà stato più facile ritrovare incidenza di complicanze comuni e patologie rarissime in questo gruppo di
protesi rispetto a quanto sia possibile verificare per altri marchi di
protesi, meno utilizzate o utilizzate da poco tempo, e che in aggiunta seguono politiche di verifica e follow up decennali che non sono all'altezza degli standard di qualità migliori. Difatti negli Stati Uniti le
protesi autorizzate ad essere impiantate nel corpo umano sono pochissime, mentre in Europa saranno 4 volte di più.
Vorrei farvi notare per il riscontro di questa patologia in donne portatrici di
protesi varia da meno di 1 caso su 30.000 (circa su 33.000 negli Stati Uniti) a più di un 1 caso su 100.000 individui sani. Questa incidenza, quindi, è rara e non è differente dal rischio generico che qualsiasi persona possa avere di ammalarsi nell’arco della vita di questo esatto tipo di linfoma a grandi cellule anaplastiche, ALCL, che è mediamente su 1 caso su 50-60.000 individui negli Stati Uniti.
Come si manifesta? Con un sieroma non connesso a un trauma o un decorso postoperatorio che non guarisce spontaneamente ma anzi cresce col tempo. La maggior parte di questi sieromi sono banali ma richiedono un controllo ecografico e l’esame citologico del liquido in caso di sospetto.
Altro elemento confortante è che in 2/3 di queste donne dove si riscontra una positività all’esame citologico per ALCL, all’esame definitivo sui tessuti della capsula protesica non si riscontra alcuna traccia del tumore solido, ovvero del linfoma vero e proprio. Tant’è che nessun oncologo prescrive una chemioterapia come normalmente si fa in caso di linfoma confermato da una diagnosi istologica. Quindi solo in un 1/3 dei casi, quindi un caso su 90000, si è trovato un vero linfoma “maligno”. Secondo la Agence nationale de sécurité du médicament et des produits de santé (ANSM) NON rappresentano il rischio per donne che hanno queste
protesi. Tanto per fare un confronto e un esempio, per tutte le donne la possibilità di ammalarsi di un tumore al seno è di circa 1 donna su 8.
Recentemente un comunicato Allergan ha reso noto che per l’usuale rinnovo di convalida del marchio CE Allergan ha presentato la documentazione per le
protesi mammarie nell'agosto 2018, tuttavia è stata informata solamente venerdì 14 dicembre 2018, due giorni prima della scadenza, da GMED, l’ente certificatore per revisione periodica e rinnovo del marchio CE, che “per le
protesi mammarie testurizzate e gli espansori tissutali non sono ancora stati finalizzati” i risultati dei documenti richiesti. Allergan ha dichiarato che sospende l'ulteriore fornitura dei prodotti interessati nei Paesi a marchio CE a partire dal 17 dicembre 2018. Questa decisione riguarda solo i Paesi a cui si applica il marchio CE, tra cui l’Italia. Allergan sta collaborando con GMED su questo argomento per un’opportuna definizione.
Le
protesi a superficie liscia Allergan, regolarmente coperte da marchio CE, restano disponibili per la vendita. Allergan è in contatto con il Ministero della Salute per opportuna informazione sulla dinamica in atto con GMED. Questa situazione, dichiara Allergan, non ha alcuna implicazione sulla sicurezza dei prodotti e sulle scorte già distribuite, che potranno continuare ad essere utilizzate. Le pazienti possono continuare il follow-up di routine con il proprio medico di riferimento.
Secondo il Ministero della Salute e le due società scientifiche italiane di Chirurgia plastica Aicpe (Associazione italiana di chirurgia plastica estetica) e Sicpre (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica): “Ad oggi non sussiste alcun incremento del rischio e non vi è alcuna indicazione al richiamo dei pazienti già impiantati. Nessun ulteriore controllo clinico di follow-up deve essere eseguito in aggiunta a quanto regolarmente già prescritto dal proprio medico curante”. Ecco
l'articolo.
Secondo la buona pratica clinica, meglio un farmaco o un dispositivo del quale si conoscono bene vantaggi e svantaggi, piuttosto che ritornare a farmaci o dispostivi di vecchia generazione oppure passare a prodotti da poco in commercio dei quali, in realtà, non si conoscono ancora i vantaggi e i rischi di complicazioni a lungo termine.