Protesi percepita al tatto dopo l'allattamento

Gentile utente, quello che cita è piuttosto normale, perché naturalmente dopo un allattamento la ghiandola mammaria si riduce di volume e la protesi se messa nello spazio sotto ghiandolare diventa evidente al tatto e successivamente anche alla vista, dopotutto se ciò che deve coprirla si assottiglia...; proprio per questo si preferisce sempre, per garantire al paziente un risultato longevo, alloggiare le protesi mammarie in una tasca sotto-muscolare parziale (dual plane). Ho paura che per risolvere il problema che cita deve solo risottoporsi all'intervento per mettere un nuovo paio di protesi in una tasca dual plane, ma se ciò non potesse farlo non succede nulla di grave da un punto di vista salutare e funzionale
Cordiali saluti

Carissima Martina, innanzitutto complimenti per la sua maternità e sopratutto per il fatto che lei abbia allattato la sua bambina. E' certamente come Lei riferisce. Quello che palpa è il bordo della protesi mammaria. Il motivo per il quale questo accade è in stretta dipendenza dalla sede di impianto delle protesi. Quando una protesi è alloggiata in una sede retroghiandolare, con il passare del tempo, si rende sempre più palpabile. Questo dipende dal progressivo assottigliamento dei parenchimi ghiandolari che può essere causato sia dalla compressione della protesi stessa sia da eventi naturali come l'invecchiamento e l'allattamento. La soluzione del problema esiste ma prevede un reintervento. Due soluzioni chirurgiche: la prima, senza intervenire sulle protesi, è il lipofilling. Ovvero si aspira tessuto adiposo dalla regione addominale o dalle gambe e, dopo opportuno trattamento, si reinnesta nel tessuto sottocutaneo della mammella per creare un "cuscinetto" adiposo che aumenti lo spessore dei tessuti e non faccia palpare le protesi. La seconda opzione chirurgica è quella di cambiare la sede d'impianto da retroghiandolare in retromuscolare parziale, il cosidetto dual plane. Non ci sono altre soluzioni, mi creda! Resto comunque a sua disposizione per qualunque altro approfondimento.
Un caro saluto
Carlo Magliocca
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