Contrattura capsulare

Le informazioni contenute nelle discussioni del forum di Estheticon non possono assolutamente sostituire la consulenza individuale, l’anamnesi o la visita medica. Non possono condurre né a una diagnosi, né a una modalità di terapia da seguire.

Contrattura capsulare

sonia1976  |  Visitatore  |  Texas
  • 2 Mi piace
Mi chiamo Sonia. Nel 2009 mi sono sottoposta ad una mastoplastica additiva. Le protesi sono state collocate in sede retro-ghiandolare e il post operatorio non ha dato problemi. Durante l’allattamento di mia figlia, da agosto a dicembre 2013, ho sofferto più volte di mastite. Sospeso l’allattamento entrambi i seni sembravano tornati alla normalità in quanto a forma e morbidezza. Purtroppo a fine gennaio (un mese e mezzo dopo la sospensione dell’allattamento) ho notato un repentino indurimento e ingrossamento del seno di sinistra. Da allora fino ad adesso il fenomeno dell’indurimento e dell’ingrossamento ha avuto un andamento stranamente intermittente senza che il seno di sinistra riuscisse mai a tornare ad uno stato di morbidezza e dimensioni paragonabili a quelle di dx. Mi spiego meglio: dopo alcuni giorni (variabili da 5 a 10 ) di ‘anormalita’ in cui il seno diventa duro, poco mobile, e aumenta le sue dimensioni, torna progressivamente ad una pseudo normalità senza però assumere mai la morbidezza e le dimensioni di quello di dx. Questo periodo ha una durata variabile, da 15 a 30 gg, e poi, improvvisamente, il seno peggiora di nuovo. Ho provato a trovare delle relazioni col ciclo mestruale o con altri fattori ma non trovo correlazioni plausibili, eccetto lo sforzo muscolare a cui sottopongo il lato sin tenendo in braccio mia figlia (la tengo spesso a sin piuttosto che a dx). Ho consultato immediatamente un chirurgo plastico che mi ha parlato di contrattura capsulare e voleva procedere subito con l’intervento. Non me la sono sentita di sottopormi subito all’operazione e lui, in alternativa, mi ha proposto una cura con gli ultrasuoni e un trattamento farmacologico basato su assunzione di un antibiotico e un farmaco chiamato Montelukast per 30 giorni. Dopo le prime 4 sedute di ultrasuoni la situazione sembrava rientrata e il medico ha deciso di sospenderli e continuare solo con i farmaci. Purtroppo dopo un mese il problema si è ripresentato. Intanto ho consultato un radiologo che ha eseguito mammo, ecografia , e un senologo specializzato in oncologia (dietro suggerimento del mio medico di famiglia qui). L’ecografia ha evidenziato una raccolta di liquido intorno alla protesi. Il senologo alla visita ha riscontrato una linfadenopatia e ha voluto sottopormi all’escissione del linfonodo per esaminarlo. L’istologico ha riportato una reattività del linfonodo alla quale il medico non ha saputo dare una spiegazione. Mi ha solo detto che non si trattava di cancro! Non avendo ancora risolto il mio problema ho chiesto ulteriori spiegazioni e hanno deciso di sottopormi a RM. Il risultato: le protesi non sono danneggiate si rileva solo la raccolta di liquido e la solita linfadenopatia. Vorrei conoscere il vostro parere su questa mia situazione. La contrattura è correlabile allo sforzo fisico? E perché ha questo andamento intermittente? Devo preoccuparmi della raccolta di liquido e dei linfonodi? Ringrazio tutti per l’attenzione che vorrete dedicarmi. Sonia
Prof. Raffaele Rauso  |  Basic member  |  Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica  |  Roma, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Milano
  • 57 risposte
  • 20 Mi piace
Gentile Sonia,
è noto da tutti i chirurghi plastici che l'inserimento di protesi in una tasca sotto ghiandolare ha un tasso di contrattura capsulare più alto rispetto ad un alloggiamento sotto-muscolare parziale (dual plane).
Sopratutto è normalissimo per ciò che le accade al seno che ci siano dei linfonodi reattivi, appena rimuoverà la causa del processo infiammatorio (le protesi ma effettuerei anche la rimozione delle capsule annesse) i linfonodi rientreranno nelle loro dimensioni normali.
Sono totalmente in accordo, in base alla clinica da Lei raccontata, con il collega che le ha proposto di rimuovere le protesi e di reintrodurne un nuovo paio, se lo desiderasse, ma in una loggia sotto muscolare parziale; naturalmente solo quando avrà terminato definitivamente di allattare.
In bocca al lupo e cordiali saluti
Dott. Carlo Magliocca  |  Basic member  |  Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica  |  Roma
  • 2066 risposte
  • 1091 Mi piace
Cortese Sonia, ho letto con attenzione la sua mail, molto precisa sia nella tempistica che nella spiegazione dei sintomi. Il mio personale convincimento è che si tratti di un sieroma in fase di riacutizzazione e cronicizzazione (ovvero nella raccolta di liquido tutto intorno alla protesi) associato ad una iniziale evoluzione fibrosclerotica della capsula periprotesica (contrattura capsulare). I passi da lei fatti sono corretti,eccetto l'asportazione del linfonodo che a me pare un "eccesso" terapeutico, mentre bene l'impiego degli antibiotici e la terapia con gli antileucotreni. A mio modesto parere può essere successo che durante l'allattamento sia occorsa una microinfezione, attraverso i dotti galattofori, e che questa microinfezione abbia provocato una contaminazione e la formazione di un cosidetto microfilm batterico, sulla superficie rugusa (testurizzata) della protesi. Questo microfilm batterico, che il più delle volte è caratterizzato dallo sviluppo di una flora batterica mista da Streptococco e da Stafilococco aureo, provoca una infezione locale con formazione di sieroma. Il fatto che la mammella aumenti di volume e consistenza in modo ciclico per poi tornare quasi normale può essere dovuto ad un'alternarsi di riacutizzazione e quiescenza dell'episodio infiammatorio. Ovviamente la linfoadenite reattiva ascellare ne è la conseguenza ed è anche la spia di questo fenomeno infiammatorio. Adesso cosa fare? La terapia antibiotica per avere effetto deve essere sostenuta per via endovenosa con antibiotici importanti. Nella mia esperienza ho già trattato qualche caso con l'associazione di Piperacillina (Tazocin 4.5, flaconi, tre volte al giorno) ,Teicoplanina ( Targosid 200 mg , 1 fiala mattina e sera) e Gentamicina (Gentalyn fiale da 80 mg, una fiala mattino e sera). Questa terapia deve essere fatta per sette/otto giorni. A questa terapia antibiotica ho associato un cortisonico ( Deltacortene compresse da 25 mg, una compressa mattino e sera) ed un gastroprotettore ( Nexium da 20 mg, una compressa mattino e sera). Con questa terapia ho ottenuto buoni risultati evitando, il più delle volte, un reintervento. L'alternativa è un intervento di espianto della protesi, rimozione della capsula periprotesica, disinfezione della tasca protesica e reimpianto di una nuova protesi. Ne parli con il suo chirurgo e valuti con serenità cosa fare e come affrontare il problema. Se desidera mi tenga pure aggiornato.
Cordialità.
Carlo Magliocca
PS: se la mia risposta le è stata utile la invito a cliccare sul pollice verde dell'utilità. Grazie
masto4  |  Visitatore  |  Campania
  • 1 risposte
Chiedo al dott. Magliocca, ma i tre antibiotico vanno fatti contemporaneamente o sono alternativi tra loro ? Io ho sentito parlare della penicillina G ma è introvabile
Grazie

Risposta a masto4

Albert  |  Visitatore  |  Campania
  • 1 risposte
Ciao
Posso sapere come hai risolto ? Io ho il tuo a tasso problema
Grazie

Altre recensioni

Gli specialisti più vicini a te