Le modalità di presentazione sono molto varie con diversi livelli di gravità e queste sono le caratteristiche più frequenti:
- base del cono mammario più stretta
- solco mammario innalzato e asimmetrico
- asimmetria di forma,volume e posizione
- cono mammario allungato verso l’areola( forma tuberosa)
- polo mammario inferiore schiacciato
- areola allargata
Nei casi di seno tuberoso con un seno piccolo il cono mammario è costretto verso l’areola che risulta appuntita a causa di setti fibrosi presenti che ne impediscono lo sviluppo. Gli stessi setti aderenti al muscolo pettorale determinano anche un solco mammario più alto che impedisce alla ghiandola di espandersi in basso.
Nei seni tuberosi più grandi lo sviluppo in direzione anteriore è l’unico possibile perché l’areola presenta minori resistenze. In questi casi l’areola risulterà allargata in fondo al cono mammario allungato perché ristretto.
Nei casi più gravi il seno tuberoso e malformato si presenta associata ad un mancato o parziale sviluppo del muscolo pettorale ed altri sintomi correlati al torace e all’arto superiore che descrive la cosiddetta Sindrome di Poland.
INDICAZIONI PREREQUISITI E INTERVENTO
La correzione deve essere prevista a partire dai 18 anni e deve essere sempre preceduta da una ecografia e mammografia preoperatoria.
È opportuno sospendere la pillola anticoncezionale ed eseguire i consueti esami preoperatori ed elettrocardiogramma.
Intervento
L’intervento è molto variabile perché dipende da come si presenta il seno e quanto è diverso l’aspetto da una forma ideale normale.
Sempre l’accesso iniziale è intorno all’areola e può o meno prevedere l’estensione in un senso verticale o ad ancora se necessario. Non viene mai corretta dal solco mammario come può avvenire nella mastoplastica additiva.
Le modalità di intervento sono le seguenti o l’associazione di una o più di queste procedure:
- Rimodellamento ghiandolare con espansione del polo inferiore che risulta troppo costretto e non permetterebbe un’eventuale corretto impianto di protesi
- Abbassamento del solco mammario ed eventuale definizione mediante sutura
- Liberazione delle aderenze del cono mammario retroareolare spesso troppo appuntito a cui si associa il posizionamento simmetrico e la riduzione del diametro del complesso areola capezzolo
- Mastoplastica additiva con impianto di protesi retromuscolare in tecnica dual plane. Spesso la protesi utilizzata è anatomica per permettere una maggior espansione del polo inferiore.
- Mastopessi del complesso areola capezzolo con tecnica Round block (cicatrice solo intorno all’areola) se l’areola è moderatamente spostata dal punto ideale( distopia) oppure con tecnica verticale o a T invertita se il cono mammario si presenta molto tuberoso e allungato.
- Mastoplastica riduttiva se nel quadro di un seno tuberoso si presenta anche una asimmetria con ipertrofia ghiandolare controlaterale che consiglia una riduzione.
- Simmetrizzazione della mammella controlaterale ,che ovviamente può essere una o l’insieme delle tecniche precedenti
- Lipofilling ha delle indicazioni limitate per piccoli difetti spesso complementari alle rigottomie (tecnica analoga alla subcision che attraverso l’inserimento di aghi robusti sottopelle provoca numerose incisioni atte a sbrigliare i setti che costringono il cono mammario) per aumentare il volume la prima e dare spazio al tessuto adiposo la seconda.
L’intervento avviene in anestesia generale della durata di circa 2 h in base alla tecnica prescelta, vengono posizionati sempre due drenaggi aspirativi che potranno essere rimossi nei giorni successivi appena si sarà ridotto il liquido raccolto a meno di 40 cc per 24 h.
L’intervento è singolo e definitivo anche se può prevedere dei piccoli ritocchi a seconda della gravità del quadro clinico e la aspettativa di risultato del paziente.
Spesso proprio l’impianto di tessuto adiposo può essere la rifinitura per ottenere un risultato ottimale dato che ci troviamo a trattare con tessuti più tenaci rispetto ad un intervento normale di mastoplastica o mastopessi additiva.
POST OPERATORIO
L’intervento è moderatamente doloroso ma controllabile con farmaci laddove venga inserita una protesi sottomuscolare.
Viene posizionato un reggiseno sportivo contenitivo con chiusura anteriore appena concluso l’intervento in tutti i casi mentre viene aggiunta una banda elastica compressiva nei casi in cui è stata impiantata una protesi sottomuscolare per permettere la corretta stabilizzazione nella posizione desiderata.
La dimissione avviene il giorno successivo all’intervento, i drenaggi in genere rimangono per 2-3 gg,le ferite guariscono con punti interni riassorbibili in circa 14 gg.
Dopo questo periodo il paziente può rientrare al lavoro con attività leggere e di scarso impegno, dopo 1 mese il quadro clinico si è stabilizzato ed il paziente può riprendere un’attività sportiva leggera.
LE CICATRICI DEL SENO TUBEROSO
In genere la correzione prevede delle cicatrici intorno all’areola che sono quelle necessarie per rimodellare il polo ghiandolare inferiore, ridurre le dimensioni dell’areola ed eventualmente sollevarla o comunque posizionarla al meglio con la tecnica di mastopessi round block che prevede la asportazione della pelle solo intorno all’areola con una sutura profonda permanente per mantenere la cicatrice senza tensione su una misura piccola dell’areola.
Nei casi in cui il cono mammario è troppo cadente o sviluppato si devono aggiungere delle cicatrici come nella tecnica di mastopessi anche dall’areola al solco inframammario e lungo il solco (cicatrice verticale e a T invertita).
COMPLICAZIONI
Le complicazioni immediate sono quelle tipiche di un intervento al seno ovvero il sanguinamento, la formazione di una raccolta di sangue (ematoma).
Per evitare questo il drenaggio è fondamentale mentre nei casi comunque lievi si possono risolvere spontaneamente.
Complicanze post operatorie nel periodo fino ad 1 mese possono essere la formazione di una raccolta di siero (sieroma) dopo la rimozione del drenaggio, una infezione della ferita o una infezione della protesi. In genere sono tutte complicazioni prevenibili mediante adeguata terapia antibiotica ed un corretto comportamento a domicilio durante le medicazioni ed evitando sforzi nel primo mese.
I disturbi della cicatrizzazione (cicatrici atrofiche o ipertrofiche) vengono trattate con creme adeguate, lamine di silicone e compressioni mentre qualora il paziente soffrisse di rigetto di punti di sutura per incapacità di riassorbimento gli stessi verranno rimossi durante le medicazioni ambulatoriali.
Altre complicazioni possono essere una mancata aspettativa di risultato perché il quadro clinico era troppo complesso e quindi capita frequentemente di dover effettuare delle piccole correzioni chirurgiche.
CONSIGLI POST OPERATORI
I consigli che si possono dare al paziente per prevenire le complicanze sono:
- attenersi scrupolosamente alle indicazioni del medico
- non rimuovere i drenaggi prematuramente verificando però attivamente il funzionamento corretto
- riposo adeguato al quadro clinico
- assumere antibiotici secondo le prescrizioni del medico
- indossare il reggiseno sportivo con la fascia per almeno un mese ma da concordare secondo le prescrizioni del medico
- richiedere al medico prima di iniziare qualsiasi attività sportiva
CONTROINDICAZIONI
Non vi sono controindicazioni specifiche se non quelle generali di qualsiasi intervento chirurgico.
L’età limite di 18 anni è fondamentale per legge e avere un paziente conscio dell’intervento.
Non vi devono essere quadri clinici di immunodepressione o difetti della coagulazione genetici.
Eventuali predisposizioni familiari genetiche a difetti di cicatrizzazione devono essere ben diagnosticati per decidere l’intervento meno invasivo (megalipofilling al posto di rimodellamento chrirugico con protesi) pur con limiti legati ad una maggior variabilità di risultato.
In genere le pazienti con seno tuberoso avrebbero comunque difficoltà ad allattare quindi l’intervento non avrà un effetto peggiorativo ma è buona regola comunicarlo alla paziente.
CONCLUSIONE
Il seno tuberoso è una condizione clinica che determina un grave disagio alle ragazze e la correzione soddisfacente determina veramente una gioia esplosiva per il miglioramento dell’autostima e potersi sentire bene con se stesse.
È un intervento chirurgico a tutti gli effetti abbastanza complesso che deve essere progettato nel migliore dei modi.
L’impianto di protesi in silicone di ultima generazione permette una risoluzione del problema volume oltre alla forma che viene corretta con il rimodellamento e prevede poi nel tempo dei controlli ecografici e mammografici a partire da un anno dall’intervento.
È buona norma richiedere il talloncino identificativo delle protesi impiantate e attivare la garanzia seguente secondo quanto verrà indicato dal medico curante.
I rischi sono quelli di un’aspettativa di risultato non soddisfatta perché l’intervento è più difficile di una mastoplastica e questo potrebbe deludere paziente che comunque hanno ottenuto un notevole miglioramento ma necessariamente il difetto iniziale può aver necessitato un approccio chirurgico con cicatrici più evidenti rispetto all’ideale ( mastoplastica additiva estetica).
Recentemente sono state sviluppate nuove tecniche meno invasive basate sull’impianto di grasso con cellule staminali adipose per evitare cicatrici ma le procedure non sono state ancora standardizzati per ottenere risultati costanti a tal punto da diffondere queste tecniche ovunque e sostituire il classico e sicuro impianto di protesi con rimodellamento.
Pubblicato: 03.05.2019