Quali sono le ragioni principali che portano a operazioni secondarie?
Il problema delle operazioni secondarie e delle complicazioni è legato soprattutto ad una scelta impropria della tecnica o ad una operazione condotta in un ambiente inadatto o da mani inesperte. Naturalmente anche un pizzico di fortuna aiuta, perchè essendo un’operazione chirurgica è comunque possibile che ci siano delle complicazioni. Ma ciò che può evitare operazioni secondarie – e dunque complicazioni - è scegliere l’operazione adatta per il paziente, poichè esistono tantissime condizioni che variano per ogni individuo.
Cosa può fare un paziente per minimizzare il rischio di complicazioni ed operazioni secondarie?
Beh innanzitutto scegliere il chirurgo giusto. Può sembrare diffiicile, ma per trovare un buon chirurgo bisogna avere delle informazioni precise e veritiere. Non è facile, perchè spesso ci si basa sui dati raccolti su internet che sono di carattere commerciale e pubblicitario. Rivolgersi ai membri di una società o di un’associazione che raggruppa chirurghi che sono stati “selezionati” può essere utile, e anche sentire il parere di persone che hanno già subito lo stesso intervento da quel chirurgo può aiutare a trovare il medico adatto.
Il futuro della chirurgia plastica estetica è nella specializzazione? Ci saranno chirurghi che si occuperanno solo di rinoplastica, altri di blefaroplastica o di lifting?
Attualmente i chirurghi più “anziani” sono in grado di coprire un po’ tutte le procedure di chirurgia estetica, ma credo che il futuro sia a favore di chi sceglie di occuparsi specificamente di un certo tipo di intervento perchè lo farà certamente al top. Dal momento che oggi la chirurgia plastica è diventata sempre più impegnativa, raffinata ed esige davvero una ottima preparazione.
Le capita mai di fare ripetere l’operazione in conseguenza al punto di vista del paziente? Facciamo l’esempio di un paziente che abbia subito una rinoplastica: l’operazione è andata a buon fine con un buon risultato, ma il paziente insiste sul rifarlo – probabilmente un punto di vista sviato da un problema “mentale”. In questi casi rifarebbe l’operazione?
In situazioni simili a quella descritta, è meglio non effetturare ancora l’operazione, il paziente non resterebbe nuovamente contento. La cosa migliore da fare è indirizzare il paziente verso l’aiuto di uno psicologo. Il problema è che a volte il paziente non si accorge di avere problemi del genere….
E come si fa a mandare un paziente a consultare uno psicologo? Cosa può o deve fare il chirurgo?
Generalmente molti di questi pazienti sono già seguiti da uno psicologo. Conversare o fare diverse domande può aiutare a scoprire più dettagli: il paziente stesso potrebbe anche affermare “Sì, sono in terapia con uno psicologo da 3 anni” o anche “Sto prendendo antidepressivi o pillole”.
Però in alcuni casi questi pazienti non sanno o non si accorgono della loro situazione, e diventano i pazienti più difficili in assoluto, perchè saranno incontentabili.
Ovviamente in situazioni del genere l’esperienza del dottore può aiutare, ma non è per nulla facile.
Quindi… le certificationi non sono sufficienti per essere qualificati?
Assolutamente no, c’è bisogno di esperienza…
È una buona idea chiedere ad un dottore / chirurgo “Da chi dovrei andare per una liposuzione… etc?”
Certamente, è di sicuro un’ottima idea.
E lei sarebbe così altruista da raccomandare alcuni dei suoi colleghi?
Ma certo, se questi colleghi sono più esperti di me in un certo campo, perchè no? Ad esempio io non mi occupo di ingrandimento di glutei, sono troppo “anziano” per imparare queste nuove tecniche in quanto mi richiederebbe uno sforzo eccessivo di energía e tempo. Ed in caso qualche paziente mi richieda questo tipo di intervento, lo reindirizzo verso altri dottori di cui mi fido.
Aggiornato: 10.04.2014